Uno spuntino dolce non troppo calorico, una tazza del mio tè preferito e via con il famoso sogno da trascrivere. Ancora la ricordo e saranno passati due mesi. Dato che temo non riuscirò a ricordarlo all'infinito, eccomi finalmente a scriverne. Questo sogno inizia in una galleria dove io sto in macchina ad aspettare A. per poi scappare in tutta fretta. Sorpresa da un poliziotto con le fattezze da fratello bello di Robert Sean Leonard, ovvero il Dr. Wilson del telefilm Dottor House, al primo sguardo sentiamo una forte alchimia ed iniziamo a flirtare. Dimentico il mio compito fino a quando (James) Wilson viene preso alle spalle e disarmato da A. Wilson rimane a terra, mentre A. sgomma via con me a bordo.
Passano un paio di giorni, ancora non mi sono tolta dalla mente i suoi occhi, che mi imbatto in lui a casa di conoscenti per la festicciola del figlio. Ci riconosciamo all'istante, lui mi tiene lontana tutta la festa. Quando ad un certo punto siamo uno di fronte all'altra cerco di parlargli: "Non è come pensi, ti devo spiegare" ma lui mi intima di non proferire oltre o se ne andrà. Non parlo, lui è splendido, soprattutto con il piccolo festeggiato tra le braccia. Non riesco a togliergli gli occhi di dosso. Ad un certo punto interviene MIA MADRE che gli spiega che in realtà stavo cercando di coprire lei, andando a restituire della refurtiva di nascosto. James non parla nemmeno con lei, però dallo sguardo che mi lancia capisco che l'ha ascoltata.
La mattina successiva vado nel solito bar, poso la borsa sulla sedia e vado verso il bancone per ordinare caffè e brioche. Sono ancora lì in piedi quando una signora mi si avvicina dicendo che il mio ragazzo è arrivato, come a farmi capire che se voglio posso ordinare già anche per lui. Tempo zero ed ho capito di chi si tratta, sono già nell'altra sala e lui è seduto sulla sedia accanto alla mia borsa. Mi avvicino sorridendo e, dando per scontato che l'abbia già perquisita, gli dico: "Ti avevo detto che ero pulita". A questo punto il mio sogno si interrompe ma ad occhi aperti ho aggiunto un'altra scena. Io che rientro nel mio appartamento e sobbalzo nel trovare la luce accesa e ... lui seduto in una poltrona del soggiorno. In quel momento capisco che deve essersi fatto un calco delle mie chiavi, mentre io ero al bancone. Lui mi si avvicina e ci lasciamo andare alla passione. La mattina successiva sul cuscino accanto al mio trovo la copia delle mie chiavi di casa e una nota scritta a mano: "Scusa, non avrei dovuto".Link da Donna Moderna - alcuni incipit Non ho partecipato al concorso "What Women Write" con scadenza 31 marzo 2009, ma in compenso ho lanciato il mio sassolino nel mare per l'altro progetto. Vedremo.
giovedì, aprile 02, 2009
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